CASAPERLARTE fondazione paolo minoli

La multiforme attività di Paolo Minoli trova continuazione nei programmi di una fondazione costituitasi a Cantù con la finalità di promuovere e diffondere la cultura e le arti in stretto rapporto con il territorio, ma in prospettiva nazionale e internazionale.
Le linee di attività sono indicate dall’opera stessa dell’artista, quale pittore, scultore, grafico e dalla sua appassionata opera di insegnante a Brera; ma anche dagli interventi in associazioni museali, nella consulenza per istituti di ricerca, nella realizzazione di grafica artistica d’autore.
Gli ambiti di attività vengono indicati anche dalle pregevoli collezioni che costituiscono la dotazione della fondazione: si tratta di ricche collezioni di opere originali di Bruno Munari e di Luigi Veronesi; di una raccolta di sculture di artisti italiani e internazionali e di una consimile di opere ceramiche: nell’una e nell’altra spiccano nomi di altissimo livello, da Bill ai Cascella, da Melotti a Fontana, dai Pomodoro a Wotruba… La fondazione può contare inoltre su una raccolta eccezionale di opere grafiche originali: alcune migliaia di esemplari di artisti moderni soprattutto della linea astratto-costruttivista-programmata, dai protagonisti di “Abstraction Création” ai maestri del secondo dopoguerra; una vera e propria “storia” sistematica di questa linea fondamentale dell’arte moderna.
Casaperlarte possiede infine una ricchissima collezione di strumenti musicali a fiato etno-popolari (4500 fischietti fittili) provenienti da ogni parte del mondo che segnalano l’attenzione ai rapporti dianamici fra arte colta, artigianato e tradizione popolare.
In rapporto a questo patrimonio Casaperlarte promuoverà esposizioni permanenti, mostre temporanee di studio, pubblicazione di prodotti editoriali e multimediali, sostegno a giovani artisti, tenendo sempre conto del territorio in cui l’istituzione opera e la sua cultura in rapporto anche alla progettualità del disegn, dell’arredo, dell’architettura d’interni e delle connesse tecniche di lavorazione dei materiali, del legno in particolare.

Carlo Pirovano


Casaperlarte-Fondazione Paolo Minoli
Via Grassi 5
22077 CANTÙ
tel. 031. 714617 fax 031.711431




Una scultura monumentale di Paolo Minoli all’ingresso di Cantù

Giovedì 23 dicembre 2004, è stata inaugurata a Cantù una grande scultura monumentale di Paolo Minoli, situata all’ingresso della città sul Rondò “Bersagliere” all’incrocio tra via Canturina e via Mazzini.
L’opera, donata dall’artista alla città, ha come titolo “Asteria…tra le pieghe del vento e la porta delle stelle”, è eseguita in acciaio corten ed è alta quasi cinque metri e mezzo.
Il Comune di Cantù, che già negli scorsi anni, con la collaborazione dell’Associazione Amici dei Musei di Cantù, ha posizionato su altri importanti incroci cittadini, grandi opere di Luigi Veronesi e Bruno Munari, è orgogliosa di aggiungere a quelle presenze prestigiose la nuova opera di Minoli, che ben si situa sul filone delle due precedenti installazioni, che danno un tocco di poesia a luoghi altrimenti caratterizzati solo da un traffico intenso e a volte caotico.
La scultura è stata realizzata da Progetti e tecnologia avanzata di Parma con la collaborazione della Galleria Niccoli di Parma.


RICORDO DI PAOLO MINOLI

La morte di Paolo Minoli, avvenuta lunedì 20 dicembre, lascia un vuoto nel mondo dell’arte.

Mi piace ricordarlo così.
L’immagine di Paolo Minoli, per quanti ne hanno conosciuto ed apprezzato la creatività artistica, si intreccia o, meglio, si confonde con il vibrare dei colori sui fondi bianchi, blu e rossi delle sue tele. Che sono, nel loro maturare, nel loro essere e modificarsi anno per anno, nel loro giungere fino alla fine, lo specchio concreto della sua personalità.
Minoli ha percorso negli ultimi trent’anni una strada non certo facile, confrontato con i problemi di sempre di un artista, quelli del colore e della luce. E per fare questo ha scelto la strada più difficile, muovendosi in un’arte che non è quella più accessibile della figurazione (quanta luce e quanto colore nelle tele degli antichi ma anche degli impressionisti!), ma l’arte rigorosa, controllata in ogni presenza (e in ogni assenza) dell’astrazione concreta: astrazione perché si stacca dal reale, concreta perché dà visibilità alle idee, al pensiero. Sui percorsi tracciati da grandi maestri del Novecento che hanno saggiato il rigore cartesiano della costruzione assieme al valore evocativo della poesia (che è parola, certo, ma qui, soprattutto, colore). Numerose le ascendenze della sua ricerca, che partono da molto lontano, incrociano le esperienze di Mondrian, di De Stijl e del Bauhaus e trovano poi una sollecitazione fruttuosa nell’incontro con le opere di Josef Albers, Johannes Itten, Max Bill, Richard-Paul Lohse. Lavori, questi, che sembrano vivere di un pensiero asettico, distaccato, spesso freddo. Eppure posseggono una energia mentale che Minoli accoglie e adatta alla sua sensibilità, mediando la freddezza svizzera con la propria vivacità esistenziale di uomo pratico, ma anche di uomo che sa di non poter vivere aggrappato solo alla terra.
Gli incontri ravvicinati, poi, con i maestri dell’astrattismo italiano (Munari, Veronesi, Reggiani, Fontana, Melotti; e i comaschi Rho, Badiali, Galli, Radice) e con le intenzioni di una architettura, quella razionalista, che risponde ai suoi canoni di rigore e ortogonalità, accrescono l’urgenza di una pittura di idee che però sia nello stesso tempo una pittura di esperienza e di studio. Minoli non ha mai lasciato nulla al caso: ciò che nel suo lavoro è, in apparenza, semplice è il frutto di un lungo costante impegno, di un “disegno” che è vero disegno alla maniera antica, di una ricerca che puntualizza ogni luogo (di segno e di colore) e che programma l’evolvere della luce.


Si definiscono così nel tempo (qualificandosi in un crescendo che li rende sempre più liberi) quei reticoli e quei parallelismi che iscrivono Minoli, per diritto, nel mondo delle matematiche, in una logica stringente che - opera per opera - trae le conseguenze dalle acquisizioni già fatte. Le trasgressioni, se così vogliamo chiamarle, della linea obliqua che ad un certo punto sembra voler scardinare la regolarità di un percorso, contribuiscono a valorizzare quei dinamismi che nell’ortogonalità del suo “normale” dipingere, potevano rischiare di passare inosservati. Nella prima metà degli anni Ottanta, poi, torna a farsi ossessivo nella sua opera il senso di una terza dimensione (già annunciata con alcune opere del 1973-74) non solo ipotizzata, ma anche vissuta, che anticipa il ricorso alla scultura che sarà fondamentale dalla fine del decennio.
Grande importanza in questo percorso va attribuito alla frequentazione da parte di Minoli dei poeti di tutti i tempi e di tutte le provenienze, da cui aveva imparato a vivere con sobrietà le armonie del proprio comporre e ad affrontare le difficoltà, le delusioni, i problemi dell’esistenza rispondendo a tutto, con estrema convinzione, con le parole di Rainer Maria Rilke: “Io canto” (è questa la poesia-programma voluta in margine alla mostra del 1991 a Reggio Emilia e a Viggiù).
Se poi guardiamo alla produzione più recente, non resteremo certo indifferenti a quel valore lirico implicito da una parte nel vibrare della sottile materia cui affidava le evoluzioni spaziali delle sue sculture e dall’altra nel diluirsi e nello sbriciolarsi del colore nel mare blu e rosso dei suoi quadri.


Paolo Minoli non è stato però solo e semplicemente artista. O, forse, è stato artista nel modo antico, partecipando con la didattica e con iniziative ciò che aveva appreso con l’esperienza, la ricerca e gli studi. Con la coscienza dell’insegnante vero che ha sempre preparato fino a tarda notte le lezioni da tenere agli allievi dell’Accademia di Brera. E con l’impegno personale nel promuovere cultura (si pensi a CantùArte e all’Associazione Amici dei Musei di Cantù) in stretto riferimento con il territorio e con particolare attenzione alle arti cosiddette minori (il design e la grafica, ma anche l’artigianato di qualità). Infine ecco gli sforzi compiuti in questi ultimi dolorosi sei mesi per costituire la Fondazione Casaperlarte finalizzata alla promozione dell’arte contemporanea nelle sue diverse espressioni che, assieme alle sue opere, è destinata a lasciare alle future generazione un segno tangibile del suo passaggio.

Luigi Cavadini, 21 dicembre 2004


Paolo Minoli era nato nel 1942 a Cantù dove ha vissuto e lavorato per tutta la vita. Ha frequentato, in giovanissima età, la casa del pittore Enrico Sottili e, da studente, lo studio dello scultore Gaetano Negri. Diploma “maestro d’arte” nel 1961, ha insegnato all’Istituto Statale d’Arte di Cantù dal 1964 al 1978. La sua prima uscita pubblica importante si ebbe nel 1968 alla rassegna nazionale per giovani pittori del premio “San Fedele” di Milano. Docente del corso speciale di Cromatologia all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dal 1979 e ha collaborato, in qualità di consulente, con aziende per l’applicazione di gamme cromatiche nella produzione industriale.
È stato direttore artistico della collana d’arte pubblicata dalle edizioni RS di Como (1975-1986) e, dal 1986 al 1989, del laboratorio serigrafico On Color di Cantù, in rapporto di collaborazione con diversi artisti, fra i quali Mario Radice, Carla Badiali, Aldo Galli, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Max Huber, Piero Dorazio e Mario Nigro.
È stato invitato alla Biennale di Venezia nel 1982 nel padiglione ufficiale italiano e nel 1986 per il settore “Colore”, nell’ambito della rassegna Arte e Scienza.
Nel 1992 ha realizzato per la cittadina di Saulgau, in Germania, una scultura d’acciaio di 8 metri d’altezza e un’altra grande scultura è stata collocata nel 1994 nel parco del Museum Bertholdsburg a Schleusingen
Nel 1999 fu invitato alla XIII Quadriennale d’arte di Roma.”Proiezioni 2000. Lo spazio delle arti visive nella civiltà multimediale”.
Fra le sculture monumentali sistemate in spazi pubblici ricordiamo il dittico Storie di Scena del Parco della scultura di Viadana e la Stele di oltre 5 metri di altezza collocata, nel centro della fontana progettata dall’architetto Mario Di Salvo per la via Garibaldi a Como.
Oltre che presidente dell’Associazione amici dei musei della città di Cantù fin dalla sua fondazione, Minoli è stato membro del comitato scientifico della Galleria del Design e dell’Arredamento, della Collezione Bruno Munari di Cantù e del Comitato Luigi Veronesi a Milano.
Varie sono le monografie dedicate al suo lavoro e pubblicate in Italia, Svizzera e Germania, e molti gli storici e i critici dell’arte che si sono interessati alla sua opera: fra di essi ricordiamo Luciano Caramel, Umbro Apollonio, Alberto Veca, Giovanni Anzani, Attilio Marcolli, Francesco poli, Carlo Belloli, Elena Pontiggia, Giuseppe Bonini, Matthias Bärmann, Flaminio Gualdoni, Claudio Cerritelli, Carlo Pirovano.
Per iniziativa di Paolo Minoli è stata costituita, poco prima della sua morte, la Fondazione Casaperlarte con sede a Cantù, finalizzata alla promozione dell’arte contemporanea nelle sue diverse espressioni.
Il 23 dicembre, sul rondò del Bersagliere, all’ingresso di Cantù, è stata inaugurata la scultura monumentale “Asteria…tra le pieghe del vento e la porta delle stelle”, alta quasi cinque metri e mezzo, eseguita in acciaio corten e donata da Minoli alla sua città.