CAMILLE CLAUDEL (1864-1943). MOSTRA ANTOLOGICA
22 febbraio - 28 aprile 2002
Museo Villa dei Cedri - Bellinzona, Piazza San Biagio 9

Durante la primavera 2002 il Museo Villa dei Cedri ospita un'esposizione di particolare interesse e richiamo dedicata a Camille Claudel (1864-1943) in margine alla pubblicazione del catalogo ragionato delle sue opere, a cura di Reine Marie Paris, nipote dell'artista.

Sono esposte 44 opere della scultrice francese - provenienti da collezioni private - eseguite sull'intero arco di produzione dell'artista: la quasi totalità della sua opera. Il percorso espositivo è arricchito dalla presenza di otto sculture di Auguste Rodin prestate dalla Fondation Singer di Laren e dal Museo d'arte moderna di Liegi.

Tra le opere in mostra si potrà ammirare il bronzo Tête d'esclave (1885 ca.), il volto di un dannato che documenta la partecipazione di Camille alla realizzazione della celebre Porte de l'Enfer di Rodin. Particolare attenzione merita Sakountala (1886-1888), l'imponente gruppo scultoreo in bronzo ispirato a un dramma indiano, sintesi delle qualità più eminenti della scultura di Claudel, evidente nell'incomparabile vitalità delle superfici. In mostra anche tre versioni, due in bronzo e una riduzione in oro, dell'opera più celebre della scultrice francese che sprigiona una grande carica sensuale di desiderio condiviso: La Valse (1889-1905). Unità, densità, originalità, semplicità - e un certo spirito dell'epoca - ne fanno un capolavoro nel quale culminano le ricerche precedenti dell'artista. La petite châtelaine (1893) è presente in quattro varianti (due bronzi, un gesso e un marmo) e ritrae la bimba che apparve a Camille come il figlio che il destino non le concesse di conoscere quando soggiornò in un castello della Loira per nascondere la sua gravidanza. Il volto della fanciulla emana una sorta di inquietudine, di angoscia di fronte all'ignoto, che si ritrova pure nel bronzo L'Aurore (1893?), ma che lo distingue dalle consuete rappresentazioni dell'infanzia spensierata diffuse nell'Ottocento.

Il temperamento e il genio della scultrice si esprimono con forza sia attraverso i suoi gruppi plastici sia nei busti. Ogni opera sembra essere animata da una tensione e da un'attesa, specifiche del suo lavoro.
La selezione di opere presentate svela l'universo di un'artista che ebbe una breve ma folgorante carriera. Il confronto con alcune opere di Rodin consente alla personalità di ognuno di affermarsi.

L'esposizione itinerante, che ha ottenuto finora particolare riscontro critico e di pubblico, è partita dalla Fondazione Singer di Laren in Olanda, tocca due musei francesi (Carcassonne e Roanne), passa a Villa dei Cedri di Bellinzona per approdare infine al Museo d'arte moderna di Liegi in Belgio.

Il carattere inedito della rassegna a livello svizzero - a oltre dieci anni di distanza dalle significative presenze dell'opera di Camille Claudel alla Fondazione Gianadda di Martigny e al Kunstmuseum di Berna - è sottolineato dall'assoluta novità della proposta in area culturale italiana.

La mostra è accompagnata dal catalogo ragionato dell'artista a cura di Reine-Marie Paris e da uno specifico "quaderno" dell'esposizione al Museo Villa dei Cedri edito da Pagine d'Arte con un saggio di Gianfranco Bruno.


Camille Claudel, sorella maggiore del poeta Paul Claudel, diviene allieva di Auguste Rodin nel 1883. Sarà poi sua modella e amante per più di dieci anni, in un periodo particolarmente felice, in cui i due scultori si influenzano a vicenda. L'opera di Camille si fa più personale dopo la rottura del legame con Rodin. A partire dal 1906 si ritira nel suo atelier di Quai Bourbon, dove distrugge numerose sue opere e dove iniziano a manifestarsi i segni di quella pazzia che nel 1913, poco tempo dopo la morte del padre, la porteranno in un istituto per malati mentali. Vi resterà fino alla morte (1943).