CONCRETE - L’arte interpreta l’architettura. Gabriele Basilico, Giacomo Costa, Stefan Hoenerloh, Andrea Sala, Hiroshi Sugimoto

17 aprile - 29 maggio 2004

Como, Roberta Lietti Arte Contemporanea, via Diaz 3

Inaugura sabato 17 aprile presso la galleria Roberta Lietti Arte Contemporanea di Como, la collettiva “Concrete – L’arte interpreta l’architettura” che riunisce lavori di Gabriele Basilico, Giacomo Costa, Stefan Hoenerloh, Andrea Sala e Hiroshi Sugimoto.
Nell’anno in cui Como celebra il centenario della nascita di Giuseppe Terragni, uno dei suoi più illustri cittadini e figura emblematica dell’architettura razionalista mondiale, la galleria Lietti rende omaggio alla sua opera con un’esposizione in cui cinque artisti contemporanei - diversi per ricerca, provenienza ed età - rileggono ed interpretano architetture celebri o di pura fantasia.

Gabriele Basilico (Milano,1944), tra i più noti fotografi documentaristi europei, sceglie come campo d’azione privilegiato il paesaggio industriale e le aree urbane che riprende con un rigoroso bianco e nero. In mostra presenta una selezione d’immagini di Milano e Berlino, in cui la morfologia urbana viene osservata o meglio “ritratta” secondo una visione in cui il tempo sembra essere sospeso, bloccato in una sorta di contemplazione metafisica.

Anche Giacomo Costa (Firenze, 1970) utilizza il mezzo fotografico con un approccio essenzialmente tecnologico, legato ad un’attenta rielaborazione dell’immagine. Infatti Costa si avvale del mezzo digitale così come dei programmi professionali di disegno architettonico per creare scenari fantastici, vere e proprie città del futuro in cui palazzi e architetture sono raddoppiate, sovrapposte o fuse insieme moltiplicandosi all’infinito.

I disegni di Stefan Hoenerloh (Karlsruhe, 1960) nascono da una ricerca fantastica, da una progettazione esclusivamente mentale che non trova riscontro nella realtà. Sono edifici d’epoca, maestosi, imponenti, consunti dal tempo, disabitati e misteriosi: volumi fantastici che delimitano e ridisegnano uno spazio teatrale non privo di riferimenti Kafkiani.

Andrea Sala, giovane artista comasco (1976), presenta una serie di disegni e progetti su carta ricollegabili alla sua ricerca nell’ambito dell’architettura e del design. Sala riprogetta un’architettura o un oggetto già fatto e lo riconsidera con funzione diversa da quella con cui è stato pensato in origine.

L’esposizione si completa con tre fotografie della serie “ Architecture” di Hiroshi Sugimoto (Tokyo, 1948) universalmente riconosciuto tra i massimi fotografi contemporanei. Il monumento ai caduti di Giuseppe Terragni, La Villa Savoye di Le Corbusier e l’Asahi Super Dry Hall di Tokyo di Philippe Starck sono da lui reinterpretati attraverso l’uso di una antica macchina fotografica in legno con obbiettivo fisso che dilata volutamente l’esposizione temporale e crea uno sfocamento delle inquadrature dove le strutture divengono solo affascinanti evocazioni, contrastate apparizioni.

Catalogo con testi di Emma Gravagnuolo e Paola Noè