HANS ERNI. Cento anni

Martigny, Fondation Pierre Gianadda (Rue du Forum 59 - 1920 Martigny - Svizzera)
29 novembre 2008 – 1 marzo 2009

Informazioni : 0041.27.7223978 (in Italia : 031.269393)
Sito internet: www.gianadda.ch

 

Dal 1989, ogni dieci anni o poco più, Hans Erni è ospite gradito della Fondation Pierre Gianadda a Martigny. La mostra-omaggio all’artista di Lucerna, che festeggerà i suoi cento anni il 21 febbraio 2009, sarà inaugurata il 29 novembre. Nonostante l’età avanzata, Erni è ogni giorno al lavoro, lucido, attivo e combattivo.

Cercare il padre
Per Jacques Dominique Rouiller, curatore della mostra, la difficoltà di riassumere 80 anni di creatività e l’obbligo di costruire una proposta nuova rispetto alle precedenti esposizioni hanno costituito una vera sfida. Intimo e inedito sono i due percorsi lungo cui ha deciso di impostare la mostra.
La maggior parte delle opere esposte non sono mai state presentate a Martigny. Esse portano, perfino nei paesaggi, l’impronta chiara di questo maestro che ha fatto prima l’apprendistato di geometra agrimensore e poi di architetto disegnatore.
Il suo avvicinamento al mondo dell’arte è generalmente da ricercare nell’ammirazione per il padre, macchinista sui battelli del lago dei Quattro Cantoni, che disegnava sui margini dei libri e costruiva piccoli animali per i suoi sette figli.
Nel catalogo della mostra, Serge Lemoine, già direttore del Musée d’Orsay, considera Erni fra i maestri dell’arte astratta. Qualche tela non figurativa ricorderà la straordinaria precocità del giovane pittore che, a soli 25 anni, si impegna a rivaleggiare con i grandi: Picasso, Braque, Juan Gris, Calder, Arp, tanto per citarne alcuni. Jean Clair, da poco eletto all’Académie française e già direttore del Louvre a Parigi, termina il suo saggio in catalogo vedendo Erni ormai situato nella notte, punto luminoso di una costellazione, mentre le altre luci parassite si sono spente…

Parigi, Londra, Berlino e oltre…
Dopo aver viaggiato mentalmente, Erni scopre Parigi, Londra, Berlino. Essi diventano luoghi di formazione, scoperte e ritorni. Nel 1951, Jean Gabus, allora direttore del Mu-sée d’ethnographie di Neuchâtel, lo porta con sè in una missione in Mauritania, e assie-me andranno in altri luoghi (nel 1971 sono in Niger). Con tempere, gouache e disegni, la mostra dà conto anche di queste felici “soste” nell’opera dell’artista. Vita quotidiana, artigianato e tecniche sono indagate da un occhio che le sa rendere con precisione, gra-zia e spontaneità. I carnet di schizzi hanno essenzialmente un carattere intimo e sono rimasti fino ad ora riservati e qui vengono per la prima volta proposti al pubblico. Fra gli altri, una quarantina di disegni presentano sequenze di cose viste nella loro situazio-ne originaria in Africa, Cina e India. L’accostamento di essi ai fumetti non è casuale. Dal 1958 al 1964, Erni è stato direttore artistico e illustratore di una pubblicazione a carattere enciclopedico per conto della Aldus Books a Londra e della Doubleday a New York: sei tavole esposte in mostra testimoniano quella avventura singolare e formativa per l’artista.

Erni doppiamente presente a Martigny
Nella sua ricerca di sinergie Léonard Gianadda ha coinvolto il Manoir di Martigny e il suo animatore, Mads Olesen, per garantire la presenza del suo amico Erni nel cuore della città. Così 90 manifesti e 25 libri illustrati coabiteranno in una rassegna, concepita da Jean-Charles Giroud, l’attuale direttore della Bibliothèque de Genève, e specialista dell’arte del manifesto. In parallelo la Fondation mostrerà solo qualche affiche, accanto ad incisioni e libri d’artista, con particolare attenzione alle edizioni Pierre et André Go-nin. Erni fu anche fedele collaboratore della Guilde du Livre a Losanna e questa è anche l’occasione per presentare la monografia che gli dedicò nel 1964 Claude Roy, dove i risguardi e il frontespizio sono arricchiti da dipinti con dedica, sconosciuti al grande pubblico. Grazie alla disponibilità degli eredi del giornalista e scrittore francese, la parte fondamentale del testo pubblicato da Albert Mermoud nel 1964 arricchirà il catalogo.

L’uomo delle grandi superfici
Erni è stato solo parzialmente un pittore da cavalletto; prova ne è la sua passione per le grandi superfici. L’affresco monumentale La Suisse, pays de vacances des peuples (La Svizzera, paese di vacanza dei popoli), una lunga striscia alta 5 e lunga 100 metri, è e-semplare. Costituì uno dei richiami più forti dell’Esposizione nazionale svizzera del 1939. Venti anni più tardi, la sezione dell’Orologeria del padiglione svizzero dell’Esposizione universale di Bruxelles (1958) accoglieva gli affreschi dell’artista, sul tema La conquête du temps (La conquista del tempo). Riprodotti in grande formato nella mostra, essi sono abbinati alla maquette del padiglione, prestata dal Musée international de l’horlogerie di La Chaux-de-Fond, dove gli affreschi originali sono conservati.
Due dei dipinti esposti sorprenderanno per la loro dimensione: la Fête champêtre, 1960 (200 x 450 cm), trio di donne danzanti attorno a un toro manuseto, e Clean Energy, 1999 (210 x 800 cm) affresco esposto a Ginevra in occasione di un congresso dedicato all’energia pulita. Gli impegni dell’artista sono stati molteplici, sia sul piano politico che su quello ecologico o etico, come si può vedere anche nell’affresco Panta rhei che de-cora l’auditorium del Musée Hans Erni a Lucerna. In quella evocazione storica e filoso-fica è disposta una teoria di personaggi, occasione per l’artista di dimostrare il suo ta-lento di illustratore. A Martigny, accanto a Javier Pérez de Cuéllar e a Rostropovitch, ai coniugi Julius e Ethel Rosenberg, il pubblico incontrerà Einstein, Fleming, Marconi, tutti immersi nel loro specifico universo. Questa insistente curiosità per l’uomo, per esempio, in Erni sfocia nella proposta del tutto giocosa del suo Alphabet anthropomor-phe (alfabeto antropomorfo) le cui lettere sono composte da coppie nude.

Magia dell’immagine animata
Il cortometraggio realizzato da Antoine Cretton, proiettato a ciclo continuo nella sala video della Fondation Gianadda, consentirà un approccio inedito a Erni e a sua moglie Doris. Tra gli interventi presenti ricordiamo quelli di Pietro Sarto, pittore e incisore, di Nicole Bosshart, vice direttrice del Musée de l’horlogerie di La Chaux-de-Fonds, di Philippe Visson, pittore iconoclasta recentemente scomparso, e di Léonard Gianadda. Da più di trent’anni quest’ultimo è legato al pittore e scultore lucernese a cui la Fonda-tion ha affidato la decorazione della sua fontana. Infine, il grande Minotauro di Hans Erni che domina una delle 13 rotonde di Martigny, con altre sculture offerte dalla Fon-dation Pierre Gianadda alla città, non può certo far dimenticare le altre sue sculture e-sposte nelle vetrine della mostra.
Il catalogo, curato, come la mostra, da Jacques Dominique Rouiller, riproduce a colori tutte le opere esposte e comprende testi di diversi autori. (CHF 45.-, Euro 30,00 circa).

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