KLEE - SANTOMASO
SCRUTATORI DEL SENSO
Milano, Galleria Blu, Via Senato 18
6 aprile – 29 maggio 2004

Una mostra che metta a confronto Giuseppe Santomaso (Venezia 1907-1990) e Paul Klee (Münchenbuchsee 1879 – Muralto 1940) è perlomeno singolare. I due artisti appartengono a due generazioni diverse e hanno sviluppato la propria ricerca in ambiti culturali differenti. Eppure nella loro opera si ritrovano affinità spirituali sorprendenti, che affondano le radici in un animo leggero, entro cui sedimentano elementi della natura, esperienze, pensieri, che si vanno poi riducendo a linee essenziali, a forme di rara trasparenza, a intrecci di segni e colori che rendono visibili – nella semplicità o nella complessità dei momenti – i moti dello spirito.

Nell’opera di entrambi - e questo è più evidente nelle carte, che manifestano nell’immediato acquisizioni mentali e visioni spirituali - si ritrovano elementi simbolici carichi di suggestioni, un’idea della forma che è fatta di dissoluzione e ricomposizione, un’idea dell’arte che si fonda su un senso lirico che vuole abbracciare tutta l’esistenza.

La mostra, che si compone in massima parte di opere su carta, riprende le riflessioni più volte affrontate alla Galleria Blu nei numerosi “incontri” con i due maestri. Opere di Klee vi sono state infatti proposte in più occasioni (1961, 1984, 1991, 1992, 1993-94, 1994-95, 1996, 1998, 2001, 2002 e 2003) così come quelle di Santomaso (1959, 1971, 1972, 1984, 1985, 1987, 1993, 1996, 1997, 1999, 2000, 2001, 2003). Tra loro si è sempre percepito un dialogo a distanza che, ora, con questa mostra si fa stringente.

Di Paul Klee sono esposte opere datate soprattutto agli anni Trenta, con alcune interessanti anticipazioni del 1917 e del 1927; di Santomaso lavori eseguiti tra il 1938 e il 1969.
Per il fruitore risulteranno stimolanti i contatti che si instaurano tra le varie opere, spesso veri e propri rimandi dall’una all’altra e altre volte semplici assonanze mentali o di spirito.

La mostra vuole essere una sollecitazione ad andare nella profondità dell’animo degli artisti per riconoscere in essi (e i due scelti sono in questo senso esempi particolarmente efficaci) atteggiamenti universali, che qui si esprimono soprattutto nella sottile poesia che anima le loro composizioni.