PIER DANIELE LA ROCCA - OPERE RECENTI
15 aprile - 18 giugno 2000
Ascona, Svizzera, Museo Epper, via Albarelle 14

Sabato 15 aprile alle ore 17.30, presso il Museo Epper di Ascona, in Svizzera, si inaugura una rassegna dedicata alle opere recenti di Pier Daniele La Rocca, artista italiano che sta sviluppando da alcuni anni una ricerca particolarmente raffinata che si situa tra astrazione e realtà. In mostra figurano una trentina di opere recenti in cui materiali diversi, come ferro, piombo e ottone, si incontrano ed entrano in stretta relazione con la cera, la cenere e i colori (pigmenti, carbone, pastelli, acrilici). Le diverse valenze espressive si trovano potenziate dalla composizione, che non va alla ricerca di inutili complicazioni, ma si dipana con semplicità, in un gioco di rimandi tra le forme e i materiali. L'immediatezza del vedere lascia però subito spazio alla profondità delle conoscenze implicite in ogni opera, conoscenze le più disparate che si armonizzano dentro una costruzione che è nello stesso tempo rigorosa e libera.

I lontani riferimenti alla mitologia e alle culture primitive si compongono con le problematiche del presente e sfociano in composizioni dal sottile astrattismo, sorta di magico contenitore in cui le poche presenze fanno pesare il vuoto che le accoglie. Così il fruitore si sente coinvolto, attratto dentro l'assenza incombente dei grigi o quella eclatante dei rossi, vuoti mondi entro cui confrontarsi con la semplicità delle geometrie e la quotidianità dei materiali. E' un lento, silenzioso viaggio attraverso un mondo infinito, suggerito anche dal titolo che unifica tutte queste opere, Mul-apin, che riconduce al più antico manuale di astronomia conosciuto, scritto in caratteri cuneiformi su tavolette di argilla, compendio di conoscenze antiche e di antiche magie.

La mostra è accompagnata da un catalogo che accosta le immagini delle opere alle citazioni di testi tratti dalle tavolette sumeriche di Mul-apin.

Pier Daniele La Rocca, nasce nel 1945 sul Lago di Garda, dove comincia la sua formazione artistica grazie ai nonni che lo avvicinano giovanissimo alla musica, alla pittura e alla fotografia. Intraprende gli studi classici, quindi si trasferisce a Milano e si misura con il giornalismo e la fotografia, poi a Roma per affrontare esperienze di scenografia e di regia. La pratica assidua della pittura prende corpo sul finire degli anni Ottanta. Fra le mostre da ricordare sono da porsi "Passaggi di territorio", "Zanzibar", "Carte e storie", "L'inganno di Babele", "Il guerriero e l'argonauta" che indagano la tensione tra emozione e ragione, nell'antagonismo tra natura nomade e desiderio di appartenenza, e vivono il conflitto tra il fascino della parola e la profondità del silenzio. Nella sua produzione forti sono gli stimoli che gli derivano dalle lunghe permanenze in Asia, Arabia, Africa e isole mediterraneo. Il suo spirito nomade lo porta a vivere e a lavorare qua e là in Italia e nel mondo.