MIMMO ROTELLA 1949 – 2004
Bellinzona (Canton Ticino, Svizzera), Castello di Sasso Corbaro
5 giugno – 29 agosto 2004

L’Associazione Piazza Blues, dal 1989 promotrice del Festival Piazza Blues a Bellinzona, quest’anno arricchisce il proprio cartellone (il Festival si terrà dal 24 al 26 giugno) con un importante appuntamento espositivo dedicato a Mimmo Rotella, importante artista internazionale ed esponente di spicco del Nouveau Réalisme, che ha pure realizzato il manifesto di Piazza Blues 2004.
La mostra, organizzata in collaborazione con il Dicastero Cultura della Città di Bellinzona e con Bellinzona Turismo, si terrà nelle sale del Castello di Sasso Corbaro (che costituisce, con Castelgrande, Castello di Montebello e le fortificazioni circostanti un complesso monumentale inserito dal 2000 nell'Elenco del patrimonio mondiale dell'UNESCO).
Si tratta di una vera retrospettiva che raccoglie opere eseguite da Rotella tra il 1949 e il 2004, che documentano quindi le varie fasi della sua ricerca, partendo dai dipinti ad olio per passare, via via dai “retro d’affiche”, dai décollage, agli “artypo”, dalle tele emulsionate, dagli effaçage, ai blank, alle sovrapitture, alle opere più recenti eseguite con collage e pittura su manifesti cinematografici.
I suoi "décollages" l'hanno reso famoso e gli hanno assicurato un posto nella storia dell'arte del 20° secolo. Rotella, che ha ormai compiuto 86 anni, sviluppò questi lavori negli anni Cinquanta. Come base si serviva di frammenti di poster che staccava dai manifesti pubblicitari posti in spazi pubblici. All’inizio questi “relitti” gli servivano per realizzare composizioni astratte, poetiche e silenziose, capaci di sedurre per la maestria con cui erano in grado di far risaltare le qualità del materiale cartaceo e dei suoi raffinati valori cromatici. In seguito i lavori di Rotella si fecero più figurativi e, allo stesso tempo, più aggressivi e politici - mettendo al centro la materialità di un mondo fissato sul consumo indiscriminato delle merci e dei sogni realizzabili ricorrendo all'acquisto.
Per il suo ciclo "Cinecittà" l'artista utilizzò esclusivamente locandine cinematografiche che vennero ripetutamente strappate, incollate una sull'altra e nuovamente lacerate. Le bellissime dive e gli eroi vigorosi scomposti in immagini frammentate si ritrovarono così catapultati in scene che con drammaticità e ironia rendevano palesi gli stereotipi dell'industria della finzione. Lo stesso mito cinematografico per eccellenza, cioè l'immagine di Marylin Monroe ritratta, copiata e utilizzata senza posa, ne è divenuto motivo centrale.All'inizio degli anni Sessanta il critico d'arte Pierre Restany invitò l'artista italiano a unirsi al movimento del "Nouveau Réalisme", che da una parte si voleva porre come alternativa europea alla Pop Art americana e che dall'altra si considerava un'astrazione costruttiva e informale che voleva superare la separazione tra arte e vita e quindi introdurre nell'arte
residui estrapolati dalla realtà. Rotella individuò nei fogli di scarto delle tipografie un ulteriore materiale dotato in sé di storia e di realtà, e fece esperimenti con diversi processi tipografici e fotografici, per approdare più tardi alla "sovrapittura" con cui inserì nel suo lavoro elementi tratti dalla pittura murale dei graffiti.
Nell'esposizione allestita al Castello di Sasso Corbaro (e proposta prima al Forum Kunst di Rottweil in Germania) e curata da Jürgen Knubben e coordinata da Reto a Marca, si possono vedere opere realizzate in tutte le fasi della sua produzione.
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue tedesco/italiano, introdotto da un testo critico di Claudia e da Jürgen Knubben e completato da una nota biografica che individua e specifica i vari momenti dell’iter di ricerca di Mimmo Rotella.
La rassegna, che si inaugura venerdì 4 giugno, resterà aperta fino al 29 agosto ed è visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 18.

L’ASSOCIAZIONE PIAZZA BLUES
Nata nel 1989 dalla passione di un gruppo di amanti del Blues, Piazza Blues si è modellato con gli anni ed è cresciuto fino a diventare uno dei più importanti Festival europei d'estate. La Storia di Piazza Blues è ricca di nomi prestigiosi. Quasi tutti i migliori Bluesmen e le migliori Blueswomen mondiali hanno suonato a Bellinzona, come dimostrano i cartelloni delle scorse annate che trovate in altra parte di questo sito. Molti musicisti hanno approfittato dell'appuntamento con Piazza Blues per lanciare i loro CD. Molti altri si sono rivelati sulla scena mondiale dopo essere passati da Piazza Blues.
L'appuntamento musicale di Bellinzona si distingue dagli altri Festival per il fatto che il programma accoglie esclusivamente musica Blues, anche se sotto tutte le sue sfaccettature. Le scelte musicali seguono criteri culturali e di coerenza, e non sono improvvisazioni dettate da criteri commerciali. La musica particolare e il pubblico intenditore creano un'atmosfera davvero unica, carica di complicità e di pathos. Con questi ingredienti non è raro che i musicisti proprio a Piazza Blues diano il meglio di sé e realizzino le migliori performance dell'annata, come è capitato a BB King e a Gary Moore, per rimanere agli esempi più recenti.

IL CASTELLO DI SASSO CORBARO
Sorge a 230 m sopra la città su una roccia scura detta "dei corvi". È anche chiamato familiarmente dagli abitanti di Bellinzona castello di "cima". Sotto la dominazione svizzera gli fu imposto il nome di castello di Unterwalden e nel 1818 quello di " Santa Barbara". Fu fatto edificare nel 1479 dagli Sforza dove già esisteva una torre viscontea, in soli sei mesi, dopo la sconfitta subita nella battaglia dei Sassi Grossi presso Giornico, per completare lo sbarramento della valle del Ticino, rafforzare il complesso difensivo della città e arginare eventuali aggiramenti nemici provenienti da est. Per realizzarlo fu chiamato l'architetto Benedetto Ferrini da Firenze, morto di peste quando l'opera non era ancora terminata. Il castello ha forma quadrata e compatta e non ha collegamenti con gli altri due castelli del sistema fortificato. È composto dal mastio, una torre di vedetta, una cinta muraria merlata, una corte interna e un rivellino.
Durante la dominazione svizzera divenne residenza del castellano di Unterwalden, che fece costruire nella corte due edifici d'abitazione e la cappella.Dopo l'Indipendenza del Canton Ticino, il castello fu abbandonato e cadde in rovina. Nel 1871 il Cantone lo cedette ad una società, con lo scopo di farne un albergo e in seguito se ne fece una residenza estiva per alcune famiglie bellinzonesi.
Nel 1919 lo riprese lo Stato e nel 1930 cominciarono i restauri, con l'aggiunta del pozzo (1933). Negli anni '60 una prima ristrutturazione delle sale superiori del mastio, permisero di ospitare il Museo dell'Arte e delle Tradizioni Popolari. Oggi il Castello di Sasso Corsaro accoglie la secentesca “Sala Emma Poglia” come pure diversi spazi espositivi e d’incontro. Le trasformazioni degli ambienti sono state dirette da Tita Carloni (1963-64) e da Paola Piffaretti (dal 1998). Il castello e l’area collinare è tuttora in fase di riorganizzazione.